Si conclude oggi ad Arezzo una delle edizioni più partecipate e appassionanti dei Campionati Italiani Junior e Categorie Olimpiche. Questa edizione si è svolta in tre giornate intense, con 583 cinture nere in gara e un Palasport Estra “Mario D’Agata” che ha fatto registrare quasi sempre il tutto esaurito. Un pubblico caldo e partecipe ha accompagnato ogni incontro, confermando la forza aggregante e l’energia crescente del taekwondo italiano.

La terza giornata:
potenza e talento in primo piano

Dopo due giornate già cariche di emozioni – con le Categorie Olimpiche e i pesi leggeri Junior a inaugurare l’evento – il Day 3 vede in gara le categorie Junior più pesanti, protagoniste di sfide ad altissima intensità. I combattimenti hanno mostrato un livello tecnico davvero elevato, con atleti in grado di esprimere potenza fisica, strategia tattica, grande determinazione mentale e uno spirito sportivo esemplare.

Non solo tecnica e muscoli, ma anche rispetto, autocontrollo e fair play: valori fondamentali del taekwondo che si sono visti in ogni incontro, a partire dai gesti più semplici fino agli abbracci tra avversari a fine match.

Round decisivo:
in palio gli ultimi titoli italiani

In palio non c’è solo il prestigioso titolo di Campione Italiano, ma anche l’opportunità di essere notati dallo staff tecnico della Nazionale per entrare nel programma di preparazione al Centro di Preparazione Olimpica di Roma. Una motivazione in più per ogni atleta, che ha dato il massimo fin dal primo round, dimostrando una preparazione atletica accurata, frutto del lavoro quotidiano nelle società e della programmazione condivisa tra tecnici e federazione.

Ogni categoria regala spettacolo, emozioni e colpi di scena, confermando che il futuro del taekwondo italiano passa proprio da questi giovani, che non solo combattono per vincere, ma incarnano in pieno i valori della disciplina. L’atmosfera in gara e sugli spalti è stata in tutte e tre le giornate quella delle grandi occasioni: coinvolgente e appassionata per un movimento che sa formare e far crescere i talenti.

Una domenica nel segno
dei valori olimpici

Oggi, 6 aprile, non è solo l’ultima giornata dei Campionati: è anche la “Giornata Internazionale dello Sport per lo Sviluppo e la Pace”, un’occasione per ricordare che il taekwondo – e lo sport in generale – può fare molto di più che assegnare medaglie.

La FITA, attraverso la THF Italia, porta avanti un impegno concreto nell’accoglienza e nel sostegno di atleti in fuga da realtà difficili, provenienti da paesi come Ucraina, Iran e Afghanistan.

Atleti come Mahdia Sharifi, Mariia Labuzova, Renata Podolian, Andrii Chumachenko, Oleksandr Chumachenko, Mykhailo Korsak si allenano da tempo al Centro di Preparazione Olimpica, trovando nello sport una nuova possibilità, una nuova casa. Ed è anche grazie al supporto della FITA che Hadi Tiranvalipour ha potuto realizzare il suo sogno, partecipando ai Giochi di Parigi con il Refugee Olympic Team del CIO.

Nolano: “Gli junior sono già il presente
del nostro futuro”

Il Direttore Tecnico Claudio Nolano ha voluto rimarcare il valore strategico del Campionato Italiano Junior, scegliendo di presenziare ad Arezzo anziché accompagnare la prima squadra in Serbia. Una scelta che, come ha sottolineato, riflette l’impegno di tutta la direzione tecnica nel valorizzare i giovani:

“Abbiamo davanti a noi un obiettivo importante, le Olimpiadi del 2028, e dobbiamo costruire oggi i protagonisti di domani. Molti atleti Junior stanno già gareggiando con la prima squadra: il fatto che siano ancora in questa categoria e allo stesso tempo abbiano già esperienza internazionale dimostra che il lavoro fatto finora sta dando ottimi frutti. Abbiamo tempo per farli crescere, migliorarli, prepararli con una visione a lungo termine.”

Nolano ha poi posto l’attenzione sull’evoluzione del profilo dell’atleta ideale, osservando con soddisfazione il livello di selezione attuale:

“Come nel basket o nel nuoto, stiamo individuando un prototipo vincente, atleti con caratteristiche fisiche e mentali ben precise. Ma ciò che colpisce davvero è quando emerge qualcuno che va oltre i parametri previsti: lì si riconosce il vero talento, il ‘cavallo di razza’. Questo significa che stiamo lavorando nella direzione giusta, che le società seguono una linea tecnica condivisa e che non stiamo sprecando talento. Abbiamo alzato l’asticella, e il livello che stiamo vedendo oggi ne è la prova concreta.”

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